La felicità è reale solo se condivisa!


 

Domenica mattina, quella mezza giornata di puro e semplice relax, che già di per sè è un regalo perchè puoi goderti la colazione con calma, avvolta dal caldo della cucina, dove il fuoco scoppietta nella vecchia stufa, mentre il gatto acciambellato ti regala il ronf ronf rassicurante.
Ed ecco che mentre sorseggi il tuo the al gelsomino, un articoletto in fondo ad una pagina di giornale cattura la tua attenzione e mentre lo leggi dimentichi la tua mug a mezz'aria:

                                            "La felicità è reale solo se condivisa" 

subito nella mente riaffiora la scritta che il protagonista di Into The Wild lascia all'interno del Magic Bus.







una locandina del film - fonte web
Tracanno il the e mi immergo nella lettura di quest'articoletto.
In breve queste poche righe nascono da una ricerca condotta all'interno della prestigiosissima Harvard University, secondo la quale l'esperienze straordinarie che viviamo sulla nostra pelle, non ci rendono migliori agli occhi della gente, ma ci rende distanti dalla massa, escludendoci dal gruppo e compromettendo delle relazioni, persino con le persone a noi più vicine.
Al punto che l'autore conclude con un'affermazione forte:
"La felicita? Meglio non condividerla."

Mi preparo un'altra tazza di the e rifletto su quanto di vero ci possa essere in questa affermazione,
mi rivedo in quell'enorme multinazionale, famosa e colorata, dove per il semplice fatto di non avere figli (non per volontà ma per natura) mi escludeva dalla maggior parte dei discorsi in pausa caffè per il semplice fatto di non sapere assolutamente nulla su pappe, creme post cambio, pediatri e allergie..
E per quanto mi sforzassi ero semplicemente esclusa, liquidata con poche parole: non si vive di solo amore, viaggi, economia e libri.
In pratica la mia vita non era all'altezza, come invece lo era il fatto che l'ultima pupu fatta dal pargolo era diventata beige anzichè verde.
Quello si era fondamentale!

Cosi come il semplice aver detto a quelli che credevo essere miei cari amici di essere prossima ad un cambiamento radicale a livello lavorativo, alla partenza per un viaggio on the road in Australia, l'aver acquistato un pezzetto di Costa Azzurra o l'aver vinto una borsa di studio per un Master, mi aveva reso un'aliena.

Lentamente i rapporti si erano allentati al punto che mi sono rimaste a fianco una decina di amici e di ex
colleghi, ed esaminandoli bene uno per uno mi sono resa conto che sono esattamente come me: hanno fatto il mio stesso percorso, hanno gli stessi interessi e hanno lo stesso tipo di vita, fatto di amore, economia, viaggi, libri e un pò di altre cosucce.

Questa serie di riflessioni mi hanno portato ad una conclusione, condivisibile oppure no, ed è quella per cui la felicità è bella, va condivisa, ma non con tutti.
Puoi condividere i tuoi successi grandi o piccoli che siano, ma con poche persone, quelle che in cuor tuo sai per certo che siano in grado di apprezzarli, in pratica con quelle che ti chiedono
"come stai?" e poi ascoltano sinceramente la tua risposta, che riconoscono un tuo malessere solo per averti visto, quelle che non battono ciglio se per una volta hai dimenticato a casa il portafogli e tocca a loro pagare il conto del bar.
Ecco e a loro che puoi raccontare in modo sereno la tua felicità!
A tutti gli altri augura di poterla sempre vivere.

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